L'arte di essere la propria essenza

Affrontare la stagione del fuoco con lo Yoga e l’Ayurveda

L’estate per tutti è la stagione delle vacanze, nel corso della quale la maggior parte delle persone cerca di rilassarsi… 

in contesti  riposanti lontani dallo stress quotidiano. Ciò avviene nella stagione più calda dell’anno. La radice etimologica della parola estate deriva dal sanscrito Aidh che esprime l’idea di ardere. E’ bene ricordare che l’Ayurveda divide le stagioni dell’anno in sei periodi, le prime tre stagioni partono dopo il solstizio invernale dai primi giorni di  gennaio e sono la parte dell’inverno più fredda (Schshira), la primavera (Vaasanta) e l’estate calda fino al solstizio d’agosto (Grishma); le altre  tre stagioni partono dal periodo a cavallo fra il termine dell’estate e l’autunno caratterizzato da piogge (Varsha), l’autunno (Sharat) e la prima parte dell’inverno (Hemanta).

Nel periodo che intercorre fra Vaasanta e Grishsma il  sole  è all’apice del suo movimento verso l’emisfero nord (Adana) e di conseguenza è molto vicino alla terra, la sua esposizione è massima e la forza del calore da esso sprigionato si esprime ai massimi livelli. In virtù di ciò abbiamo il riscaldamento di tutti e cinque elementi che compongono il creato; la terra, l’acqua, l’aria e l’etere che per loro natura sono freddi, rispetto all’elemento fuoco che ha energia (Virya) calda. In un connubio indissolubile che lega l’uomo con la natura, il nostro organismo gode e risponde ai piaceri dei cicli della natura; pensiamo all’azione benefica che la luce solare ha sul sistema endocrino, sulla sintesi della vitamina D e nel fissare il calcio nelle ossa. E’ necessario però prestare attenzione all’equilibrio termico ed idrico perché nella stagione del Fuoco questo risulta essere un fattore determinante da tenere sotto controllo.

Molti sanno che in ayurveda ogni individuo ha una sua costituzione unica ed irripetibile (Prakruti), generata da una diversa composizione del Tri Dosha (combinazione dei cinque elementi), oltre che dalla tre qualità costitutive della natura materiale (Guna), che sono SatwaRajas e Tamas, rispettivamente virtùpassioneignoranza.

Pertanto un individuo con prevalenza costitutiva Kapa cioè con una prevalenza degli elementi terra ed acqua nel suo corpo, ma anche nella sua mente, reagirà, patirà e godrà in maniera diversa degli influssi stagionali estivi, rispetto ad un individuo di natura Vata, una costituzione caratterizzata dagli elementi aria e spazio o ad un individuo Pitta costituzione i cui elementi strutturali sono il fuoco e l’acqua. Comprendere innanzi tutto qual è la nostra costituzione è un passo di fondamentale importanza per entrare in sintonia con la naturale evoluzione stagionale.

Un individuo Kapa costituzione in generale è corpulento, calmo e riflessivo negli atteggiamenti e quindi godrà degli effetti stimolanti e riscaldanti del sole, come quando la terra esce da un inverno rigido e freddo; ma lo stesso individuo inizierà ad avvertire sul finire dell’estate un maggiore appesantimento causato da un incremento dell’elemento acqua, nel momento in cui si affaccia la parte della stagione più umida, tempo di piogge o venti di scirocco.

Un individuo Vata costituzione invece è caratterizzato da freddezza, secchezza e da una personalità dinamica; egli proverà piacere dal caldo portato dal sole e non avrà grossi disagi dei mesi più umidi, trovando forse maggior fastidio nella prima parte dell’estate dove soffiano ancora i venti primaverili che accentuando l’elemento aria portano possono arrecagli qualche squilibrio emotivo.

La costituzione Pitta Dosha è quella che soffre maggiormente gli effetti dell’arsura. Questa Prakruti è caratterizzata da una temperatura corporea mediamente alta, pelle chiara tendente all’arrossamento ed occhi chiari acuti, ma sensibili, con caratteristiche comportamentali reattive. Il calore del sole porta un forte stimolo all’elemento fuoco che tende ad accumularsi generando irritazioni funzionali come infiammazioni cutanee e gastriche, alterazioni comportamentali come rabbia e gelosia; inoltre nella fase umida della stagione anche l’elemento acqua tende a squilibrarsi nell’individuo portando pesantezza ed inerzia.

Tutto quanto sopra è valido in via generale, solo uno specialista in medicina ayurvedica può valutare qual è il Dosha prevalente e in che misura si sviluppano gli altri, con quale equilibrio sono distribuiti gli elementi nei singoli Dosha e quali qualità prevalenti identificano gli stessi elementi.

Detto questo però, per una semplice azione preventiva legata alla stagionalità, possiamo affidarci all’auto osservazione e all’auto conoscenza per comprendere meglio quale può essere la propria natura. La prevenzione per l’ayurveda assume una funzione importante, evita l’accumulo di tossine che poi si evidenziano nella stagione successiva dove generalmente vi è l’aggravamento di quanto immagazzinato nella stagione precedente. In Ayurveda potremmo assimilare l’elemento fuoco (Agni) all’idea di trasformazione che avviene a livello cellulare, nei processi biochimici del corpo, nello sviluppo delle dinamiche mentali e nel percorso di cambiamento ed evoluzione del karma e quindi dell’anima.

Agni è la declinazione più specifica di Tejas il fuoco assimilabile al sistema metabolico, che non solo permette l’espletamento della funzione digestiva, la scomposizione dei cinque elementi in sostanze necessarie al funzionamento della vita elaborate dal fegato, ma Agni è anche il processo metabolico presente in tutti e sette i tessuti umani  chiamati Dathu (Rasa è il plasma, Rakta è il sangue, Mamsa sono i muscoli, Meda  è il grasso, Asthi  sono le ossa, Majja  sono i tessuti nervosi, Shukra è il liquido seminale).

Di conseguenza, essendo Agni un elemento fondamentale per la vita umana, ed essendo intimamente connesso con l’elemento fuoco, nella stagione estiva dove questo elemento subisce forti stimolazioni, tutti gli individui indipendentemente dalla loro Prakriti sono fortemente influenzati nelle normali funzioni vitali e pertanto dovrebbero prestare attenzione alle alterazioni che possono manifestarsi. Attuare semplici azioni preventive si possono compensare possibili disequilibri stagionali.

Di fatto il processo di adattamento dell’essere umano rispetto ai cambiamenti dell’universo, come per ogni forma presente in natura, dovrebbe avvenire spontaneamente, ma in una realtà così antropizzata come la nostra, questo processo richiede un aiuto che l’ayurveda ci può fornire.

A farci da guida in questo percorso di prevenzione degli effetti dell’eccessiva calura, sarà un principio che invita ad osservare in maniera meticolosa come i Guna, cioè le qualità dei tessuti, della mente e delle emozioni di cui prima, variano a seguito di sollecitazioni esterne; ciò ci indica, oltre che l’anomalia, la linea di cura da seguire che spesso si impronta su basi speculari. Ad esempio, in maniera molto pratica e semplice, se sento asciutta e secca la pelle per convesso dovrò reidratarla in profondità per riportarne l’equilibrio.

In Ayurveda l’attività preventiva necessaria al mantenimento di una buona salute parte la mattina con una pratica preparatoria della giornata: il Dinacharya prevede la pulizia di tutto il corpo, compresi lingua, denti, naso ed orecchie e la loro unzione con oli adeguati dove necessario; una particolare attenzione stagionale possiamo dedicare agli occhi con la detersione con acqua fresca più volte al giorno, tenendo presente che essi sono la sede di  Alochaka Pitta, uno dei subdosha di Pitta appunto sensibile al calore.

Un’azione compresa nel Dinacharya del mattino è l’auto massaggio su tutto il corpo (Atmabyangam) che può essere effettuato con olio di cocco o oli ayurvedici pacificanti Pitta Dosha, ossia rinfrescanti e leggeri; l’auto massaggio andrebbe effettuato prima di fare la doccia tiepida (non fredda) del mattino. Spesso in estate anche al mattino la nostra pelle è già accaldata ed arrossata, è salutare quindi iniziare la giornata frizionando tutto il corpo e la sommità del capo con un olio rinfrescante per regolare l’equilibrio idro termico; in questo modo si pacifica e nutre Bharajaka Pitta, (subdosha di Pitta legato a tutti i tessuti epiteliali).

Alimentazione nella stagione estiva

L’estate per l’Ayurveda, come abbiamo già detto, è la stagione dove sono dominanti gli elementi fuoco (Tejas) e acqua (Jala); da maggio a giugno l’elemento fuoco è predominante; il calore scalda la terra che fa evaporare l’acqua accumulata in inverno e che è più disponibile con la primavera, e fa aumentare notevolmente le temperature. Il clima nel nostro paese si fa più secco in una prima fase sino alla prima meta di luglio, per poi lasciare il posto ad un caldo più umido e afoso nel mese di agosto. I frutti della terra che nascono e maturano in questo periodo dell’anno e beneficiano della dominanza degli elementi di cui più abbiamo bisogno. Il caldo porta a maturazione i cereali che durante tutto l’inverno e la primavera hanno assorbito le loro qualità dalla terra apportatrice di nutrimento e solidità: verranno immagazzinati per le prossime stagioni quando l’organismo ha più bisogno di questi elementi. La frutta è la più dolce dell’anno ed è pronta per essere mangiata; il sole col suo calore la rende succosa e vitaminica: fragole, ciliegie, nespole e poi pesche, albicocche, susine, maturano nella prima parte della stagione per poi lasciare poi il posto a meloni, angurie, fichi, frutti di bosco e uva, ricchissimi di acqua e sali minerali.

Anche le verdure di questa stagione contengono molti liquidi, vitamine e sali minerali: fave e piselli freschi, spinaci, insalate, cetrioli, pomodori, sedano, basilico, peperoni, melanzane, zucchine, bietole, spinaci, carote, ravanelli e fagiolini sono un’esplosione di colore e sapore. La natura ci offre quindi tutti i costituenti che servono all’organismo per apportare le giuste sostanze equilibranti di cui abbiamo bisogno.

Come scegliere gli alimenti che la stagione ci mette a disposizione

Come abbiamo già detto la calura fa diminuire il nostro fuoco digestivo (Agni) e, ciò comporta un aumento dell’evaporazione (sete e sudore) e un calo della vitalità; dal punto di vista delle energie che governano il corpo-mente (Dosha) Vata e Pita vengono incrementati e Kapa risulta in equilibrio.

Nella nutrizione ayurvedica, i cibi sono sostanze (Dravya) che possiedono specifiche caratteristiche o qualità e altrettante proprietà (Guna) in grado di svolgere determinate azioni (Karma). Queste sono quelle che possono agire direttamente sul nostro benessere per prevenire, ristabilire un equilibrio o curare.

I gusti (Rasa) delle sostanze e degli alimenti sono in grado di svolgere un’azione diretta sulla propria costituzione fisica (Vata- Pita-Kapa Dosha) soprattutto in funzione del regime stagionale (Rutucharya).

Il gusto è quello che percepiamo in bocca e che attraverso le papille gustative crea un’interconnessione con il nostro cervello che a sua volta manda segnali attraverso il sistema nervoso al sistema endocrino che secerne quegli specifici enzimi (Jathara-agni, saliva, acido cloridrico, bile, succo pancreatico, ecc…) che andranno a scindere e quindi digerire le sostanze che stiamo introducendo. Ecco perché masticare e assaporare il cibo attiva questo importantissimo meccanismo e agevola la digestione e di conseguenza l’assimilazione del cibo.

La parola Rasa in sanscrito ha molteplici significati, non significa solo gusto del palato, ma anche sapore, gusto, passione per la vita; viene inoltre definito il primo prodotto della trasformazione del cibo nel nostro apparato digerente, come a significare sostanza di primaria importanza. Rasa Dhatu infine è anche il primo per fase di accrescimento dei nostri sette tessuti costituenti dell’organismo (Sapta Dhatu), il primo poiché da questo letteralmente si costruiscono in successione gli altri sei che di volta in volta attingono al precedente per accrescere. Da qui l’importanza di questo concetto riferito al cibo.

Anche l’energia degli alimenti (Virya), che è la potenza delle sostanze è di fondamentale importanza, poiché ci aiuta a equilibrare l’energia dell’organismo; questa può essere fondamentalmente calda o fredda ed è determinata dall’azione che una sostanza o alimento svolge durante la fase digestiva.

I Gusti (Rasa) dell’estate

I gusti che agevolano il nostro benessere nella stagione estiva come abbiamo detto agiscono sul nostro stato fisico e mentale e sono:

  • Dolce – Madhura (acqua e terra), dalla qualità Guna) pesante e umida, energia fredda (Virya), azione anabolica, nutritiva, calmante (karma);
  • Astringente – Kashaya (aria, terra), dalla qualità pesante e asciutta, energia calda, azione catabolica, curativa, purificante, inibente delle secrezioni;

I gusti controindicati sono:

  • Pungente/piccante – Katu (fuoco e aria), dalla qualità leggera e asciutta, energia molto calda, azione catabolica, digestiva, disintossicante, purificante;
  • Salato Lavana (acqua e fuoco), dalla qualità pesante e umida, energia moderatamente calda; azione digestiva, stimolante, assorbente;
  • Aspro/acido Amla (fuoco e terra), dalla qualità leggera e umida, energia calda, azione stimolante e digestiva;

Da assumere in piccole dosi per svolgere un’azione purificante:

  • Amaro Tikta (aria e spazio), dalla qualità pesante e asciutta, energia molto calda, purificante, tonificante, disintossicante e diuretica;

Si consiglia perciò di assumere cibi dalla qualità leggera e quindi alimenti facilmente digeribili, rinfrescanti e possibilmente liquidi ed evitare quelli pesanti, elaborati, riscaldanti, speziati o troppo conditi. Meglio assumere frutta e verdura crudi quando possibile per tutelare l’apporto vitaminico e di sali minerali. Evitare oli e semi oleaginosi che appesantiscono e prolungano la digestione. Utilizzare in alternativa erbe aromatiche rinfrescanti come menta, basilico e coriandolo. Nello specifico:

Cereali: assumere orzo, avena, riso bianco, miglio.

Verdure: lattuga, patate, cetrioli, zucchine, prezzemolo, germogli, ravanelli, sedano. Assumere con moderazione melanzane, peperoni, peperoncini, pomodori, carote, spinaci, fagiolini, piselli, rucola, taccole, scorzonera. Da evitare aglio, cipolla cruda.

Frutta: avocado, mela, fico, mango, melone, fragola, prugna, cocco, anguria, ananas e fragole mature. Da assumere con moderazione albicocca, pesca, ciliegia, lampone.

Legumi: soia (tofu, latte di soia e altri derivati), piselli, fagioli, lenticchie rosse.

Alimenti di provenienza animale: sarebbe meglio evitarne l’assunzione, ma se proprio non si riesce a farne a meno scegliere pollo, tacchino, pesci leggeri e di piccole dimensioni (alici, sgombri, triglie, merluzzi, sogliole,…) . Da mangiare con moderazione pesci di grandi dimensioni. Da evitare molluschi e crostacei.

Latticini: formaggi freschi, non stagionati, preferibilmente di capra, latticello, muor, quest’ultime entrambe bevande rinfrescanti a base di yogurt, (vedi ricette in dettaglio).

Olio e condimenti: olio di oliva, cocco, soia o girasole, ghee grta (vedi descrizione in consigli in generale); da evitare di sesamo, girasole.

Spezie: coriandolo, curry lieves, finocchio, cardamomo, cumino, foglie di neem, vaniglia e curcuma, zenzero in polvere, origano.  Da evitare peperoncino, pepe, assafetida, cayenna, aglio, zenzero fresco, senape, rosmarino, timo.

Bevande

L’alimento chiave dell’alimentazione estiva è l’acqua. Assumerne almeno 2,5- 3 litri al giorno in qualsiasi stagione, nella stagione estiva e causa dell’aumentata sudorazione berne almeno 3-4 litri al giorno, meglio se attinta direttamente dal rubinetto dove risulta controllata, e bollita per almeno dieci minuti al fine di renderla più leggera e digeribile. Assumerla a piccoli sorsi e in maniera proporzionale durante tutta la giornata, mai a grandi sorsi e tutta d’un fiato o in grandi quantità poiché più difficile da digerire. Mai troppo fredda, evitare tassativamente bevande liquide con ghiaccio o che sono state in frigorifero, ricordiamoci che la temperature interna del nostro organismo è di 36 gradi e quindi così facendo si subirebbe uno sbalzo di temperatura troppo repentina per il nostro organismo, in special modo durante i pasti dove è fondamentale mantenere una temperatura costante e tendente al calore ( in questo caso ottime le bevande calde anche d’estate), oltre che per non riempire  eccessivamente lo stomaco di liquidi.

Da evitare tassativamente bevande gasate, o succhi confezionati poiché spesso addizionati di zuccheri o edulcuranti non dissetano ed appesantiscono, preferire latte di cocco o di mandorle, o succo di aloe vera dolcificata all’occorrenza con miele.

Anche caffè, tè e bevande alcoliche sono da limitare, preferendo ad esse tisane ed infusi preparati con miscele di erbe e spezie dalle qualità di cui prima come menta, finocchio o coriandolo,…. Assumere se gradito e caffè di cicoria o d’orzo.

Consigli in generale

Come abbiamo detto in questa stagione sarebbe meglio limitare l’assunzione di cibi acidi, ma con  un’eccezione: il limone dal gusto aspro/acido possiede quello che in ayurveda si definisce un’azione Prabhava, ossia speciale, un’azione che trasforma il gusto aspra/acido in dolce in fase post digestiva o (Vipaka), al contrario di quanto avviene a tutti gli alimenti dal gusto acido. Risulta quindi essere estremamente rinfrescante.

Anche l’aloe, che oltre che essere una sostanza utile per uso esterno, ottima per le sue proprietà emolliente e rinfrescante, può essere assunta la mattina come bevanda, svolgendo la sua azione pacificante e rinfrescante o utilizzata come refrigerio per la pelle applicando direttamente sulla cute il gel che fuoriesce spremendo a freddo una sua foglia.

Un altro  alimento fortemente consigliato tutto l’anno, ma in particolar modo in questa stagione è il Ghee grta. Si tratta di un alimento millenario, vero e proprio rimedio farmacologico, nonché gustoso alimento. Possiede molte proprietà, da non confondere col semplice burro chiarificato oggi così tanto in uso, ma così scarso dal punto di vista della qualità nutrizionale. Il Ghee grta quindi svolge un’azione oltre che nutrizionale anche terapeutica curativa (Austam) poiché ha subito un vero e proprio processo alchemico di preparazione. La chiarificazione del burro vaccino di partenza è solo la fase iniziale di trasformazione, quelle successive (purificazione, alleggerimento, metabolizzazione e arricchimento-medicamento) lo rendono pressoché privo di grassi saturi e di colesterolo, perfettamente digeribile, ma soprattutto in grado di penetrare in profondità nella cellula nutrendola con la sua azione ringiovanente. Si dice infatti essere un alimento Rasajanico, in grado cioè di favorire la salute e la giovinezza delle cellule, e quindi di tutto l’organismo. La sua azione rinfrescante e leggera lo rendono un alimento particolarmente adatto nella stagione estiva, per combattere secchezza e calore. A seconda del medicamento che viene introdotto nella fase finale di preparazione esso accentua le proprietà del medicamento stesso veicolandolo in maniera infinitesimale nell’organismo. In particolar modo per il periodo estivo è indicato un Ghee grta medicato al Brahami (Bacopa Monnieri), una pianta che contiene dei potenti principi che agiscono efficacemente sul sistema nervoso acquietandolo.

Per il latticello (bevanda rinfrescante a base di yogurt)

Una ricetta molto indicata nel periodo estivo è quella del latticello, preparazione: si mette in un frullatore o in un contenitore di vetro un bicchiere di yogurt bianco naturale vaccino, tre bicchieri di acqua, un pizzico di sale e un pizzico di cumino macinato e mescolarli energicamente. Il composto così preparato si può assumere durante tutta la giornata. E’ molto rinfrescante e leggero e aiuta a bilanciare il tratto intestinale.

Per il Muor (bevanda rinfrescante a base di yogurt)

Anche il Muor è yogurt diluito con l’acqua. Le proporzioni sono 1:5/6. Mettere una tazza di yogurt e cinque di acqua in un contenitore,  agitare bene e togliere l’eventuale grasso che si potrebbe essere formato in superficie; poi aggiungere il succo di mezzo limone e  aggiungere un cucchiaino di sale di miniera. Una ulteriore variante è l’aggiunta di una tazza di riso ben cotto da lasciare fermentare per tutta una notte a temperatura fra i 25-40°C, filtrare e bere al mattino dopo. Il Muor è rinfrescante, leggero, fresco, digestivo, diuretico. Nutre la flora batterica e combatte la costipazione, i disturbi renali e le emorroidi. Pulisce tutti i canali. Lo possiamo usare anche come lassativo.

Anche in estate è preferibile consumare i pasti sempre entro gli orari opportuni, ossia dalle 12,30 sino al massimo alle 14,00 e per la sera dalle 19,30 sino al massimo alle 21,00, privilegiando sempre il pranzo come pasto principale e la cena in leggerezza che aiuta ad avere un buon sonno. Cene eccessive o a tarda ora come spesso accade di fare in estate rappresentano un’eccezione che ci può concedere se nel regime settimanale possono essere bilanciate da un più adeguato regime alimentare, non esagerare quindi.

La pratica dello yoga in estate

Alcune pratiche yoga ci possono aiutare a ridurre alcuni effetti della calura estiva come l’eccessivo caldo e l’iperattività del corpo- mente.

Al mattino inserire nella pratica quotidiana Shitali pranayama (la respirazione rinfrescante) o Siktali pranayama* ( la respirazione sibilante) per rinfrescare il corpo ed influenzare alcuni importanti centri celebrali associati alle pulsioni fisiologiche e alla regolazione della temperatura. Entrambe le pratiche calmano e riducono il dinamismo celebrale e stimolano il fluire della forza vitale (Prana) in tutto il corpo.

Alla sera effettuare Nadi Shuddi pranayama* (respirazione a narici alternate) per almeno dieci minuti al giorno prima di dormire, esso svolge un’azione calmante e regolatrice dei flussi energetici attraverso i canali principali della fisiologia sottile (Ida e Pingala nadi).

Un buon accorgimento da adottare durante il sonno notturno sarebbe quello di coricarsi sul fianco destro, cosicché Ida nadi che scorre lungo il lato lunare (lato sinistro del corpo) possa apportare la sua energia refrigerante con la respirazione notturna.

Delle pratiche sopra descritte ne trae beneficio tutto il complesso sistemico che parte dal corpo, passando per la mente e arrivando nel profondo dell’anima, tre livelli sinergici che, come è noto in ayurveda comunicano e si influenzano a vicenda.

*Si raccomanda sempre di eseguire queste pratiche seguendo le indicazioni di un insegnante qualificato in grado di seguire l’allievo nello svolgimento degli esercizi.

Nella pratica delle asana non eccedere nell’esecuzione di sequenze dinamiche ed eccessivamente gravose dal punto di vista dell’impegno fisico. Eseguire posizioni in maniera lenta, profonda e consapevole.

In particolare effettuare posizioni calmanti come Sayana buddhasana (il riposo del budda).

Esecuzione: sdraiarsi sul fianco destro, appoggiando il braccio destro a terra piegando l’avambraccio: in questo modo la mano aperta sostiene la testa con il palmo appoggiato sul lato destro del viso. Per trovare l’equilibrio puoi appoggiare la mano sinistra a terra per qualche istante, portando poi il braccio disteso lungo il corpo con il palmo appoggiato alla coscia e le dita che puntano ai piedi.

Benefici: rilassa la mente e il corpo e aiuta a mantenere l’attenzione alla dimensione interiore, perché questa posizione fortifica il terzo occhio, il sesto chakra, quello della fronte, che controlla tutte le ghiandole ormonali e stimola la nostra capacità d’intuizione.

Non serve altro che rilassarsi, portando l’attenzione al respiro, focalizzalo all’interno della narice destra, quella legata all’energia solare! Si può rimanere in questa posizione per una decina di respiri (fino a venti) e poi cambiare lato, appoggiandoti sul lato sinistro e focalizzando il respiro che fluisce dalla narice opposta, quella sinistra, legata ancora una volta all’energia lunare. Rimanere su questo fianco più a lungo per prolungare l’effetto refrigerante.

Eseguire inoltre Padastasana (postura delle mani ai piedi o posizione della pinza).

Per eseguirla occorre piegare il busto sulle gambe spingendo il torace in avanti e tenendo ginocchia e spina dorsale ben diritte fino ad appoggiare la testa sulle ginocchia. Benefici: è una posizione che estende in maniera profonda la parte posteriore del corpo dai talloni alla sommità della colonna vertebrale, massaggiando gli organi dell’addome e pacificando il sistema nervoso.

Savasana (posizione del cadavere)

Distendersi supini con le braccia e le gambe leggermente allargate, le punte dei piedi si aprono naturalmente verso l’esterno, i palmi delle mani sono rivolti verso l’alto. Allontanare le spalle dalle orecchie, rilassando gli arti superiori. Assicurarsi che la colonna vertebrale sia in linea retta. Rilassare tutto il corpo e interrompere ogni movimento. Portare la consapevolezza sul respiro e lasciare che diventi lento e regolare. Dopo qualche tempo spostare la consapevolezza sull’ambiente circostante e sul proprio corpo per poi lasciare la posizione.

In conclusione

Godiamoci se possiamo un’estate di paesaggi naturali, di aria pulita e di pochi impegni quotidiani e approfittiamo del tempo che abbiamo a disposizione per prenderci una vacanza sì, ma dalle nostre cattive abitudini e dallo stress delle tante cose da fare. Ricerchiamo in questo periodo le cose davvero semplici, senza rincorrere il luogo paradisiaco o il divertimento sfrenato a tutti i costi (anche quelli economici!).  Approfittiamo per fare passeggiate distensive e non performanti, condividere momenti distensivi e godere della compagnia della famiglia e degli amici e l’estate si aprirà ai nostri occhi come un qualcosa di sorprendentemente piacevole.

Articolo pubblicato su “l’Altra medicina” nel 2018, scritto in collaborazione con Sem Galbiati, terapista ayurvedico

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Elena Carafa

Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.