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Esserenza, l'arte di essere la propria essenza

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Esserenza, l'arte di essere la propria essenza

Ekadashi, il giorno del digiuno

Ekadasi (si pronuncia ecadasci) è una parola sanscrita che significa 11. Significa l’undicesimo giorno dopo la luna piena e l’undicesimo giorno dopo la luna nuova. La prima parte del mese lunare in crescendo è nota come la quindicina luminosa.  La seconda, quella del mese lunare calante, è nota come la quindicina oscura. Nella cultura vedica sono i giorni più propizi per digiunare.

Fisiologia del digiuno in Ekadashi

Secondo la scienza dello yoga la fisiologia umana passa attraverso un ciclo chiamato mandala, ogni 40-48 giorni circa.  In questo ciclo, esiste un breve lasso di tempo, due o tre giorni, che possono essere diversi da persona a persona, quando il corpo non richiede cibo.  Se si identificano quei giorni nella propria vita e non si da cibo al corpo, perché non è necessario, molte disfunzioni ed anomalie dei nostri sistemi ne avranno beneficio.

Il cosmo ed Ekadashi
Anche il sistema planetario in questi determinati giorni è molto particolare: la pressione atmosferica sulla terra è più bassa, e i liquidi presenti in tutti gli esseri viventi si espandono con più facilità; nell’essere umano vengono rilasciati in maniera più efficiente, insieme a scorie e tossine. 

Il digiuno e la mente
Anche gli aspetti più sottili, psichici ed emozionali essendo legati all’elemento acqua, sono coinvolti in questo processo di purificazione.
La mente si placa ed i pensieri si possono fare più chiari e leggeri.

Tempo devozionale

Il digiuno in Ekadashi é anche un tempo per contemplare ed accrescere l’aspetto devozionale, poiché si accentua la connessione con la parte più profonda della nostra essenza e con la creazione, rafforzando più profondamente il senso di fiducia e la fede nel proprio percorso spirituale.
Il motivo è perché il pianeta stesso è in un questo stesso stato quel giorno, quindi se si mantiene il corpo e la mente leggera e disponibile, la possibilità di aprire un passaggio all’interno risulterà più propizio e la propria consapevolezza si rivolgerà all’interno.

Cosa fare

Cominciare al mattino il digiuno completo senza assumere cibo di qualsiasi tipo, bere solo acqua possibilmente calda o tisane.

Non assumere succhi, centrifugati o altro, in questo modo il nostro apparato digerente si mette in funzione e lavora lo stesso, quindi è meglio evitare.

Non mangiare a pranzo e saltare anche la cena.

Il mattino successivo riprendere la nutrizione assumendo una colazione leggera.

Non prolungare il digiuno senza averne fatta già esperienza a fianco di uno specialista esperto.

Per saperne di più:

Nel sito di Sadhguru

Vedi calendario ed altre informazioni nel sito di Times of India

Contattami per imparare alcune semplici pratiche che possono aiutarti a vivere meglio in equilibrio o per un trattamento ayurvedico, sceglieremo insieme il percorso più adatto per il tuo star bene.

Visita la pagina dei trattamenti ayurvedici

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2 risposte

  1. Buona sera, il mio nome è Daniela e sono un operatrice ayurvedica. Felicissima di avervi scoperto. Mi piacerebbe essere informata se siete collegati ad una scuola e se fate corsi inerenti all ‘ ayurveda. Sono di Brescia e mi piacerebbe in qualche modo collaborare.

    1. Ciao Daniela, scusa il ritardo, vedo solo ora tuo messaggio… non siamo una scuola, ma seguo le persone in percorsi personali di conoscenza nello yoga e ayurveda, oltre che arteterapia…
      Possiamo certamente sentirci e conoscerci per scambiare due parole.
      Puoi chiamarmi quando vuoi settimana prossima da mercoledì.
      Un saluto
      Elena
      Scrivimi direttamente elena.carafa@esserenza.com ti mando mio contatto diretto

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Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.