Ghee gruta, l’ombelico dell’immortalità

L’importanza di un eccezionale rimedio ayurvedico la si può far risalire a tempi antichissimi; nella pratica quotidiana è un vero

e proprio medicamento utilizzato anche come alimento nelle nelle preparazioni.

Per spiegare l’importanza dell’interazione energetica insita nelle creature viventi, nella mitologia Vedica si narra che dall’unione della forza calda e maschile del Sole e della dolce calma femminile della Luna si sono generati i pianeti e quindi la vita nell’universo.

Il concetto per cui dall’unione di un’equilibrata dualità si genera una formidabile unicità, è un principio filosofico fondamentale che traccia la via non solo del pensiero mistico, filosofico o sociale, ma in quanto assioma universale, guida anche le pratiche mediche e farmaceutiche nell’ambio della medicina Ayurvedica.

L’alchimista ricerca nelle sostanze (Dravya Guna), le qualità specifiche di erbe, minerali per la preparazione dei farmaci, in modo tale che il prodotto finale sia realmente efficace per la cura dell’essere vivente che deve trattare. Questo obiettivo lo si ottiene se il risultato finale della miscela alchemica, supera come forza,  la somma dei singoli principi attivi.

Esiste un prodotto fondamentale nella farmacopea Ayurvedica, usato nella quotidianità nonché nei percorsi di cura clinici chiamato Ghi Gruta, esso può essere considerato una sostanza potente ed efficace poiché condensa in maniera equilibrata l’energia vitale della materia (Virya).

E’ noto che per Ayurveda l’aspetto preventivo legato alla gestione dello stile della vita e quindi dell’alimentazione è fondamentale per mantenere corpo, mente ed anima in salute costante.

Usare frequentemente sostanze dalla forza ringiovanente è quindi propedeutico a stabilire un sano rapporto con la vita.

Impariamo dunque a conoscere il Ghi Gruta, dalla preparazione alla maturazione del prodotto e dall’uso quotidiano in cucina, alle sue applicazioni esterne, interne e cutanee fino a comprenderne il ruolo nelle pratiche di purificazione (Panchakarma).

Il suo nome tradotto in italiano è burro chiarificato medicato, raramente lo troviamo in vendita nella sua formulazione completa, ossia medicato, se non nei dispensari ayurvedici.

La qualità del latte è fondamentale per la sua produzione; è utile ricordare che essendo appunto il latte, un alimento completo in quanto contenente tutte e cinque gli elementi presenti in natura (spazio, aria, fuoco, acqua e terra), deve mantenere la sua naturale e delicata armonia, minata spesso da contaminazioni chimiche durante il ciclo produttivo.

Il ghe gruta porta nella sua natura anche il valore fortemente simbolico del latte come alimento; è l’essenza del nutrimento primario, materno nella donna, ma anche nell’animale sacro per eccellenza nell’induismo la mucca (ultima incarnazione animale prima che l’anima transiti all’uomo).”

Contattami per imparare alcune semplici pratiche che possono aiutarti a vivere meglio in equilibrio o per un trattamento ayurvedico, sceglieremo insieme il percorso più adatto per il tuo star bene.

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2 risposte

  1. salve mi ha incuriosito molto quanto ho letto del ghee gruta dove lo trovo e come posso assumerlo per trarne i benefici elencati facendo prevenzione?

    1. Ciao Patrizia, un serio ghee grta come avrai letto, non si trova in commercio, per intenderci quello che puoi trovare in alcuni negozi specializzati, é un prodotto ottenuto con solo una prima parte di “lavorazione”, ossia la chiarificazione del burro. Risulta sicuramente un ottimo grasso da usare in cucina per le preparazioni, con una parte di potete terapeutico. Il grta invece è una vera e propria preparazione alchemica atta a trasformare un alimento in rimedio. Un buon maestro di medicina ayurvedica insegna questo ai suoi allievi 🙂
      Sentiamoci… Un saluto
      Elena

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Elena Carafa

Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.