I piedi collegano l’uomo con la sua origine la Madre Terra ( Genesi 3, 19), aggrappandolo ad essa. Se paragonassimo…
l’essere umano ad un seme sbocciato nella terra che cresce e si trasforma in albero, i piedi ne costituirebbero le radici, quindi i piedi ci ancorano alla nostra origine ancestrale. Le narrazioni mistiche e storiche, evidenziano sovente la funzione simbolica dei piedi. Si gettano le armi in segno di resa al piedi del conquistatore, oppure si posa un mazzo di fiori ai piedi dei saggi e dei santi in segno di adorazione. Gesù in segno di rispetto e devozione al Padre lava i piedi ai suoi discepoli.
La funzione dei piedi si esprime sul piano energetico, grazie alla posizione in cui si trovano e alla loro forma, costantemente a contatto col suolo, ció permette al corpo di scaricare le tensioni negative a terra liberando cosi dalle tossine energetiche le Nadi, i canali ln cui scorre il prana.
Potremmo provare, in un momento di forte tensione emotiva di rabbia, a metterci a piedi scalzi sul terreno, ritroveremmo nel giro di alcuni istanti maggior pace e serenità, mentre il terreno sotto i nostri piedi si sarà scaldato, avendo catturanto Rajas o emotività propulsiva in eccesso, sotto forma di campo magnetico in eccesso
A livello anatomico e fisiologico il piede è un fitto intreccio di ossa, canali sanguigni, tendini, nervi ed un plantare muscolare che le dà struttura.
Questa complessa struttura unita ai sistema dei canali energetici, sono in grado di condizionare in via riflessa, il funzionamento dell’intero organismo sui tre liveli (fisico, mentale ed emozionale) La pratica del massaggio al piede quindi deve tener conto, nel corso della pratica, sia di un canovaccio generale che và a riequilibrare il sistema dei dosha, ma anche il posizionamento dei singoli punti riflessi che se sapientemente stimolati, vanno ad agire e curare i singoli organi
(immagine tratta da “Abhyangam” di Swami Joythimayananda)
Sinteticamente possiamo dividere il piede in sette macro aree attinenti a cavita e sistemi fisiologici differenti
Dita del piede = cavita cranica
Radice delle dita = cavità della gola
Avampiede = cavità toracica
Centro del piede = cavità addominale
Tallone = cavità pelvica
Lato interno piede = colonna vertebrale
Lato esterno piede = arti
LA TECNICA DEL MASSAGGIO
Il massaggio inizia facendo accomodare il paziente in posizione prona o supina, a seconda della sua comodità, passare entrambi i piedi con un panno caldo e umido, ed afferrando un piede alla volta, lo si solleva e lo si lascia cadere a terra.
In seguito, usando circa due cucchiai di olio, si passa alla frizione del piede passando le mani alternativamente dall’alto verso il basso e circolarmente su tutto il piede, arrivando 20 cm sopra la caviglia, favorendo in questo mudo la circolazione sanguigna, il rilassamento del muscolo plantare ed il riequilibrio dei tri dosha. Di seguito si strisciano le nocche della mano a pugno chiuso sul plantare. Si prosegue afferrando il piede con entrambe le mani ed eseguendo dei cerchi su tutta la pianta, passando con cura sulle ossa del metatarso e la giunzione con le falangi. Dedicare tempo anche alle dita dei piedi, da prima tirandole energicamente, poi frizionandole una alla volta, passando il dito attraverso le falangi e scorrendolo sull’attaccatura cartilaginea.
A questo punto si può passare alla digitopressione che partendo dall’alluce, premendo con il pollice, scende fino al tallone, cosi via anche per le alre dita fino al mignolo. La pressione in questo manovra dovrà essere lenta, ma profonda.
Terminata questa manipolazione si passa alla mungitura del piede, che avviene afferrandolo la caviglia con una mano e con l’altra premendo. vigorosamente, la si fa scivolare dal tallone all’estremita delle dita per più ripetizioni, terminando con uno schiacciamento del piede eseguito con eentrambe le mani intrecciate.
Arrivati a questo punto si deve acquietare il piede con degli accarezzamenti e con dei rastrellamenti dolci eseguiti con le dita della mano.
La fase successiva prevede la stimolazione dei punti riflessi collegai a organi o tessuti disturbati da malessere o dolenti.
Importante nel massaggio della donna la manipolazione dei malleoli, collagati all’apparato genitale femminile.
Nelle pratiche più avanzate, prima di chiudere il massaggio, che non deve durare più di venti minuti per piede, vi è la stimolazione dei punti Marma che controllano e riequilibrano le energie profonde che scorrono nei Nadi conosciuti anche come Meridiani.
Nel piede i punti Marma sono cinque:
Kshipra, posizionato sulla membrana articolare fra dito alluce ed indice, controlla il sistema linfatico e respiratorio. La sua manipolazione và effettuata con un massaggio circolare ed energico per Cinque minuti
Talahrdaya, posizionato nella parte superiore del metatarso in linea col terzo dito, controlla il sistema respieatorio. Deve essere stimolato per cinque minuti con movimento energico e circolare.
Kurcha, posizionato circa cinque anguli ( 5 cm per un adulto) sotto la radice dell’alluce controlla la vista. Và premuto con forza o stimolato con agopressione.
Kurchashira, posizionato sopra il calcagno la controlla il sistema muscolare. La sua pressione deve avvenire in maniera energica
Gulpha, posizionato sono sotto il malleolo laterale controlla i tessuti ossei, l’adipe ed il sistema riproduttivo. Il trattamento avviene con un massaggio delicato protratto per cinque minuti.
GLI OLI
Si usano diversi oli a seconda della patologia da trattare. Un olio che pacifica vata come Dhanwantharam può essere utilizzato per calmare la mente e pacificare l’intestino, mentre per un’azione riscaldante ed emoliente anti kapha è indicato l’olio Pinda. L’olio di cocco e ghee possono essere usati nei casi di rabbia ed ansia, applicandoli anche con l’ausilio di scodelle metalliche (massaggio Pitta per i piedi). In ogni caso l’olio anche se neutro come quello di sesamo, deve essere sempre scaldato a bagnomaria e portato ad una temperatura di 36 gradi.
È importante chiudere sempre il massaggio con un accarezzamento piacevole e con l’olio totalmente assorbito dai piedi.
Articolo scritto da Sem Galbiati, terapista ayurvedico
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