L'arte di essere la propria essenza

L’aglio, un farmaco dalla natura prodigiosa

Nella mitologia indiana, la leggenda vuole che l’aglio sia nato durante la lotta tra dei e demoni per avere il…

soma, la bevanda degli dei che dona immortalità e potenza e che era emersa dal Samutramanthan (frullamento dell’oceano in una lotta tra demoni e dei).

Aglio (Allium sativum; Fam. Liliaceae)

Il demone Rahu per un attimo riuscì ad impossessarsi della bevanda e che ne bevve un po’, ma Vishnu, col suo disco gli staccò di netto la testa. Ebbene alcune gocce del soma caddero sulla terra e da lì nacque l’aglio. Per questo l’aglio è un alimento vietato alle caste superiori e soprattutto ai brahmani, perchè in qualche modo deriva da un’animale, in questo caso da un demone.

L’Ayurveda, considera l’aglio come un potente medicinale. Anzi esiste addirittura un trattato medico interamente dedicato all’aglio. Vagbhata*, nel suo trattato ayurvedico, ricorda che l’aglio cura le fratture, guarisce dalla vitiligine e dalla lebbra, dalle emorroidi, dai vermi e dalle infezioni urinarie, dalla tosse e dalle palpitazioni, accresce la forza e fa ringiovanire.

Caratteristiche

I frutti di questa pianta contengono oli aromatici molto potenti, dal gusto piccante, amaro, e pungente e dall’azione penetrante. Il suo potente effetto riscaldante, lo annovera tra i rimedi più efficaci per i disequilibri di Vata. E’ utile durante la stagione piovosa e l’inverno, quando costipazione, ristagno, freddura e umidità sono manifeste. Anche Kapa Dosha beneficia pienamente dei sui effetti riscaldanti, proprio per questo non è adatto per una costituzione Pita.

Proprietà terapeutiche

È efficace per la digestione e l’assimilazione ed allieva i gas intestinali, oltre che essere una buona sostanza ringiovanente (rasajanica). Questa pianta ha proprietà antireumatiche e può perciò essere utile per attenuare i dolori alle articolazioni. Facilita la circolazione e diminuisce il tasso di colesterolo nel sangue.

Utilissimo per il trattamento di Karna Purana. Si tratta principalmente di un massaggio alle orecchie con oli caldi, contenenti appunto un composto all’aglio, che viene prescritto per curare dolori ed indolenzimenti di tutto il corpo; è molto utile per alleviare il mal di testa, i dolori della testa, del collo e specifico della mandibola; ottimizza l’udito e alleva i dolori sinusali, gli acufeni, rimuove eventuali tappi di cerume ed è uno stimolante degli organi di senso. Questo trattamento anti-vata, inoltre riduce l’insonnia e la tensione alla testa e alle mascelle.

Nel trattare i disturbi dell’orecchio, vi si instillano tre o quattro gocce di olio all’aglio, oppure, l’orecchio viene riempito alla sera con questo olio e quindi chiuso con del cotone. Al mattino il dolore sarà scomparso. L’aglio attenua il mal di denti. Denti sensibili o gengive rientranti possono essere massaggiate con olio all’aglio.

L’aglio nell’alimentazione

L’aglio fresco viene utilizzato ampiamente nella cucina di tutte le tradizioni. Rende il cibo più appetitoso e più facilmente assimilabile per il suo forte potere penetrante, inoltre stimola il fuoco digestivo (agni). Ma assumerlo in eccesso, come in tutti i casi, pregiudica le proprietà benefiche dell’alimento producendo l’effetto opposto. Possiede un forte potere vermifugo e antibatterico dell’intestino. E’ un tonico dell’apparato riproduttivo ed accresce la libido e quindi allontana dal distacco meditativo, è considerato per questo tamasico (Tamas– qualità dell’inerzia) ed inibitore dell’acutezza e della lucidità mentale, favorisce il torpore.

Parti utilizzate a scopo terapeutico: rizoma.

Sistemi: circolatorio, digestivo, nervoso, respiratorio, riproduttivo.

Proprietà: afrodisiaca, alternativa, antielmintica, antispasmodica, carminativa, disinfettante, espettorante, ringiovanente, stimolante.

Precauzioni: iperacidità, calore tossico del sangue, torpore mentale.

* Vagbhata era un autorevole medico e la sua opera rappresenta l’aspetto più pragmatico nella letteratura ayurvedica. Nel suo “Ashtanga Hridayam” presenta in maniera sistematica gli otto rami che compongono il maestoso albero dell’Ayurveda.

Articolo a cura di Sem Galbiati, terapista ayurvedico

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Elena Carafa

Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.