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Esserenza, l'arte di essere la propria essenza

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Esserenza, l'arte di essere la propria essenza

L’energia intrinseca dei cibi

Ciò che siamo non è solo struttura fisica, ma anche mente e anima e quindi è importante considerare l’uomo e…

la sua funzione nell’alimentarsi in un contesto universale.

L’alimentazione in questi ultimi tempi ha assunto un’importanza rilevante poiché si è appurato il legame tra ciò che mangiamo e ciò che siamo. Il cibo, una volta assunto, subisce nel nostro corpo un processo funzionale alla sua assimilazione che ha il compito di accrescere la qualità degli elementi; per questo è molto importante considerare il nutrirsi uno dei più importanti fattori di equilibrio della propria persona.

Occorre innanzitutto sviluppare un’ampia visione della conoscenza che orbita attorno all’argomento cibo e nutrimento, poiché molte sono le variabili che devono essere prese in considerazione.

Cosa, come e la quantità da assumere, in che modo e quando, sono tutti fattori ormai imprescindibili se si vuole conoscere ed essere coscienti di tutte le dinamiche che ruotano attorno al cibo.

L’Ayurveda da sempre approfondisce l’analisi dell’alimentazione attraverso la conoscenza degli elementi, dei gusti, dell’energia, delle qualità e della loro azione sul corpo, sulla mente e sullo spirito, in rapporto all’azione specifica di ciò che introduciamo nel nostro organismo, in rapporto al contesto spazio temporale in cui ogni individuo vive.

Nella mitologia induista si crede che il Cosmo si sia evoluto da un terreno non manifesto chiamato Prakriti, fatto di tre aspetti essenziali, le Guna, che corrispondono alla materia (Tamas), all’energia (Rajas) e alla coscienza (Satwa). È dunque proprio l’alterazione dell’equilibrio iniziale dei tre Guṇa a dare origine all’evoluzione (Pariṇāma) della Prakṛiti, dalla quale derivano tutti gli elementi del cosmo nonché quelli che ne permettono la percezione, fisica e mentale. Dunque le Guṇa possono essere visti come quelle componenti che a causa del loro incessante combinarsi determinano i dettagli dell’evoluzione cosmica.

Le Guna sono presenti in ogni forma di vita: nell’uomo, negli animali, negli alimenti, ovunque, esistendo in diverse composizioni e in vari gradi di concentrazione, determinando la natura degli esseri, le loro azioni, gli atteggiamenti ed i comportamenti. Le Guna competono continuamente tra loro, ma nascendo da uno stato di equilibrio cercano di ricreare sempre quell’equilibrio originario. Talvolta una può dominare sull’altra, ma la loro tendenza è quella di rimanere ben distinte nella loro unitarietà. In ogni cosa, tutte e tre le qualità coesistono sempre, anche in ciascuno di noi. Spesso nell’uomo una delle tre Guna predomina sulle altre e condizionando le azioni e i pensieri; l’energia entra in competizione e per sua natura tende costantemente alla ricerca del bilanciamento. Rajas unendosi con Tamas crea il mondo materiale o grossolano così come tutte le cose tangibili, Rajas unendosi con Satwa produce il mondo spirituale o sottile, come la mente ed i sensi di un individuo.

Tamas è una forza magnetica densa, pesante, correlata alla pesantezza e all’inerzia, al buio. Tuttavia sappiamo che il buio deve essere conosciuto per poter vedere la luce.

Rajas è una forza cinetica, è il movimento, l’attività senza sosta, è la trasformazione, il desiderio di possedere e migliorare, di essere diversi da quello che si è.

Sattwa è l’intelligenza, la coscienza, la purezza, la liberazione da ogni aspettativa. Delle tre Guna, il praticante (yogi), tende a privilegiare ed incrementare nel proprio modo di vivere l’aspetto sattvico, cioè della purezza, calma, armonia.

Anche i cibi secondo le loro caratteristiche ed il loro effetto su corpo e mente sono sattvici, rajasici o tamasici. I primi sono leggeri, puri, portano salute e allegria. I secondi sono riscaldanti e stimolanti. I terzi, i tamasici, appesantiscono il corpo, la mente, e provocano letargia.

Dopo questi presupposti, non ci è difficile pensare che anche tra i cibi/sostanze che ingeriamo e la nostra natura e costituzione fisica, vi sia una forte interrelazione tra sostanza (cibo) e sostanza (corpo) che avviene a livello micro-macromolecolare, micro-macro energetico.

Il principio dei tre Guna sopracitato, derivato dalla filosofia Sāṃkhya rappresenta ad esempio un aspetto fondamentale nell’alimentazione ayurvedica (Ahar). Nello specifico non si tratta solo di una distinzione a livello chimico organico delle sostanze e dei cibi, ma anche dell’importanza del loro modo di essere assunti e della loro provenienza ed origine.

I cibi Satwaguna sono quegli alimenti che possiedono le qualità più elevate che nutrono il corpo, la mente e l’anima. Calmano e purificano la mente contribuendo a donare sensazioni di gioia e serenità, aumentando il senso di leggerezza e benessere. Questi cibi sono ricchi di energia vitale e favoriscono lo sviluppo di una mente aperta. E’ il cibo preparato fresco e gradevole, prodotto senza l’alterazione dei naturali processi di produzione/approvvigionamento, senza sfruttamento dell’ambiente e degli esseri viventi (seguendo il principio di non violenza –Ahimsa-).

ALIMENTI: tutti i vegetali; i cereali quali orzo, farro, frumento, miglio, avena, segale e riso; soia verde, lenticchie rosse e tutti i legumi; semi di sesamo anacardi, arachidi e lino (consumo limitato); acqua, latte, ghee e miele (consumo limitato);

MODALITA’: in genere preparati in modo leggero

ATTEGGIAMENTO: mangiando solo quando c’è vera fame, rispettando il cibo senza spreco, in giusta quantità. Condividendolo con i propri cari, in armonia e donandolo a chi necessita.

I cibi Rajasguna sono quei cibi che nutrono il corpo, che promuovono l’attività, fino però ad indurre l’irrequietezza se abusati. Disturbano la calma mentale; il praticante yoga dovrebbe evitare questa tipologia di cibi per poter raggiungere uno stadio di equilibrio mentale, ma ne possono beneficiare (moderatamente) coloro che conducono uno stile di vita attivo. Incrementano la passione, l’irritabilità, la combattività, ma è un cibo se in eccedenza, facilmente influisce negativamente sul sangue ed i tessuti.

ALIMENTI: tutti i cibi non vegetali come pesce, frutti di mare, crostacei, pollo, mucca, cavallo,…tutti i cibi che creano energia calda e come peperoncino, aglio, cipolla, senape,… ( assumendone poco ed in giuste quantità a seconda dello stile di vita e della propria costituzione fisica, possono agire come satwaguna- uso terapeutico-); melanzane, pomodori, peperoni, fagiolini e legumi in eccesso; alimenti energizzanti contenenti caffeina o teina.

MODALITA’: cibo servito troppo caldo o freddo o preparazioni troppo elaborate.

ATTEGGIAMENTO: in genere cibi assunti con rabbia, voracità e in quantità eccessive

I cibi Tamasguna sono alimenti privi di vitalità e provocano nell’organismo perdita di energia vitale, inducono l’accumulo di tossine predisponendo l’insorgenza di malattie.

ALIMENTI: tutti i cibi non vegetali come pesce, frutti di mare, crostacei, pollo, mucca, cavallo,…consumati in eccedenza, di scarsa qualità e proveniente da allevamenti intensivi; i cibi prodotti industrialmente, ricchi di conservanti, additivi e grassi (cibo dei fast food); alcolici.

MODALITA’: cibi stracotti, mal preparati e non conservati correttamente, anche refrigerati o congelati; cotti o riscaldati al microonde o con eccessivo calore.

ATTEGGIAMENTO: cibo assunto di fretta, non masticando, abbondante, senza controllo ed in maniera irregolare.

Contattami per imparare alcune semplici pratiche che possono aiutarti a vivere meglio in equilibrio o per un trattamento ayurvedico, sceglieremo insieme il percorso più adatto per il tuo star bene.

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Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.