L’importanza del riposo veicolato dal sonno notturno, della dimensione in cui si entra quando ci addormentiamo, dello spazio onirico e…
…del suo linguaggio, viene testimoniato in maniera paradigmatica dalla particolare attenzione che fin dai tempi antichi viene dedicata a questi aspetti della vita, non solo da testi spirituali ma anche da testi millenari di filosofia applicata e medicina.
Nelle narrazioni bibliche dell’Antico Testamento, si racconta che Giuseppe figlio prediletto di Giacobbe riesce a salvare la propria vita grazie alla sua capacità di leggere i sogni del faraone di cui era schiavo, aiutandolo cosi ad affrontare il proprio destino.
L’analisi dei sogni e la psicologia archetipica di Jung
La psicologia affronta per la prima volta, in maniera strutturata, l’analisi del verbo espressivo del sonno, cioè i sogni, a inizio Novecento, grazie al lavoro di Sigmund Freud ma soprattutto di Carl Gustav Jung.
Famoso è il Liber Novus con cui, in maniera profonda e meticolosa, Jung riproduce su fogli da disegno, con precisione quasi maniacale, il contenuto dei propri sogni con l’intento di fotografare la condizione di diversi stati interiori, nascosti e profondi, che sono di vitale importanza per l’equilibrio mentale ed emotivo dell’uomo, e che emergono e comunicano solo nel sonno.
La sua geniale analisi partì da un concetto simbolico antico di origine Vedica, riassunto nella figura dello Yantra, cioè della forma geometrica mistica, in grado di rappresentare l’equilibrio dell’universo e delle sue energie di creazione. Egli aveva evidenziato, con un’analisi comparata fra espressività onirica e stati psichici individuali, come nel profondo inconscio vi è impresso uno disegno ricco di informazioni primordiali e fondamentali, un’impronta della natura umana, che ricalca la creazione e le ragioni della vita e dell’universo. Solo nello stato di sonno, quando la mente lascia spazio all’anima e non è condizionata dall’illusione, si riesce a intuire, tramite l’espressività variopinta ed allegorica del sogno, lo stato di equilibrio fra il nostro Yantra interiore e quello universale. Quando questo equilibrio con le energie basilari, gli archetipi primordiali, viene a mancare, il fastidio emerge andando ad ammalare prima la mente e poi il corpo.
Sonno e sogno nella Medicina Tibetana
Dormiamo per circa un terzo della nostra esistenza, se non lo facciamo bene rischiamo di minare la nostra salute, come numerosi e recenti esperimenti hanno dimostrato (citarne almeno uno).
Per questi motivi risulta importante chiedersi:
cosa accade quando ci addormentiamo;
di cosa ci parlano i sogni,
in quale misteriosa importante dimensione ci andiamo a collocare nel sonno,
cosa possiamo fare per dormire bene,
che problemi possono emergere se ciò non accade.
A queste, come a molte altre fondamentali domande, le medicine antiche cercano da sempre di fornire risposte adeguate. Nel Sowa Ripa, la medicina tradizionale tibetana, il sonno e il sogno occupano un posto importante nella cura della salute della persona.
Si parte sempre da una conformazione anatomica comune a tutte le scienze antiche, per cui l’essere umano è composto:
da una parte fisica grossolana ed evidente,
da un aspetto mentale eterico con declinazioni psichiche e spirituali,
da un aspetto energetico o sottile, legato alle manifestazioni emotive attinenti all’energia dell’anima.
L’equilibrio di queste tre parti determina lo stato di salute, l’intelligenza, la saggezza e la pace interiore.
La qualità del sonno, al pari dello stile di vita, influisce sulla corretta funzionalità di ognuna delle tre dimensioni della vita, in particolar modo su quella legata alla mente e al pensiero più profondo, quello che Paramahansa Yogananda chiamava pensiero superiore o supercoscienza, ricca di informazioni circa lo stato di equilibrio e salute di corpo, mente e anima. L’energia che si muove durante il sonno risponde a un karma preciso, cioè a un’azione molto raffinata: essa viene considerata la fonte dell’intelligenza presente in ogni singola cellula. Questa energia, durante un sonno profondo e quieto, riesce a manifestarsi con pienezza, cercando di riportare il Rlung, cioè l’energia fomentale, verso la sua sede naturale del Canale Centrale, che corre lungo la colonna vertebrale fino a dopo l’ombelico: la sua libera espressione permette ad ogni singola cellula di poter ritrovare campo e forza adeguata a una corretta funzionalità.
Nel sonno si genera una nuova e complementare dimensione rispetto a quella della veglia, con funzioni fisiologiche meno evidenti ma molto importanti e con un proprio linguaggio, quello dei sogni.
L’essere umano ha impiegato le migliori menti dell’ultimo secolo, come Skinner e Vygòtskij, per comprendere la funzionalità della parola, e le modalità con cui essa interagisce con la mente e le azioni, cercando di eviscerare il complesso rapporto fra semantica, sintassi e comportamenti.
Allo stesso modo, centinaia di anni fa, la medicina tibetana ha compreso l’importanza della manifestazione del sogno e di ciò che il sogno, con un linguaggio complesso, ci racconta sullo stato di salute fisica, mentale ed emotiva della persona e come l’espressività del sogno può condizionare lo stato di consapevolezza, per favorire una vita piena.
A questo scopo esistono tecniche molto efficaci, come quella del “sogno lucido” consultabile sul libro L’arte del sogno del dottor Nida Chenagtsang, importanti sia per la lettura dei sogni che per il loro uso in ambito terapeutico.
Nei testi di Sowa Rigpa è indicato con chiarezza che la durata del sonno e la sua qualità, se non sufficiente e buona, genera problemi al sistema del Rlung, l’energia che controlla lo stato di salute del cuore, tant’è che chi dorme poco rischia di avere problemi di natura cardiaca.
Sonno e sogno di Ayurveda
Al fine di controllare quotidianamente l’equilibrio naturale fra sonno e veglia, anche la medicina tradizionale indiana, cioè l’Ayurveda, possiede un sistema di analisi anatomico e fisiologico che ci aiuta a capire come la mancanza di sonno, o un cattivo sonno, generano evidenti e importanti problemi sul nostro organismo.
L’analisi parte dalla considerazione che in natura esistono cinque elementi fondamentali chiamati Pancha Mahabuta che suono; terra, acqua, fuoco, aria e spazio. Essi sono in forma simbolica il riassunto di tutto ciò che compone l’universo e quindi l’essere umano. Nel nostro corpo questi elementi si combinano guidati da qualità e intelligenze energetiche denominate Tri Guna, generando i sette tessuti principali che costituiscono l’essere umano (Dathu), e i tre umori bioenergetici della misura dei quark, che permettono la funzionalità fisiologica e quindi la vita nell’uomo. Le energie si chiamano Dosha e sono tre:
Vata, composta da spazio e aria, che genera il movimento, controlla tutto ciò che circola nei canali e vasi corporei, in particolare presiede il tessuto nervoso, quindi il pensiero;
Pitta, composto dagli elementi fuoco e acqua, presiede principalmente al funzionamento metabolico e alla chiarezza del pensiero;
Kapha, composto dagli elementi terra ed acqua principalmente sostiene tutti i tessuti umani, crea la materia e conferisce stabilita a Manas, la mente.
Esistono principalmente in Ayurveda, tre tipologie di vita che ricalcano la prevalenza di uno dei Tri Dosha, chiamata in sanscrito Prakruti.
Ogni tipologia umana ha caratteristiche diverse a seconda del Dosha prevalente, ciò si manifesta, ad esempio, nella costituzione fisica e mentale, nelle necessita alimentari, nelle funzioni metaboliche e immunitarie, nella capacita digestive, nelle attitudini mentali e quindi nelle modalità di godere e fruire del sonno.
Costituzioni ayurvediche e prescrizioni sul sonno
Ad esempio una costituzione Kapha, placida e pesante per natura , avrà bisogno di dormire più a lungo e quindi di coricarsi a letto presto, rispetto a una costituzione Vata, che spinta da un umore sempre in movimento, cerca meno il riposo.
Anche la qualità del sonno è condizionata dalla nostra Prakriti: ad esempio una costituzione Pitta dopo una giornata intensa, magari in stagione estiva, tende a essere stanca. Questa spossatezza prende il sopravvento e il sonno si trasforma in un riposo pesante e disturbato, quindi inefficace. La medesima situazione, ma su una tipologia Kapha, più forte e bisognosa di caldo, indurrebbe un sonno profondo.
Caratteristica tipica di una persona con tipologia Vata preminente, sia innata (Prakrti), oppure indotta da uno stile di vita errato (Vrikruti), caratterizzato da stress e carico di stimoli superflui, è avere un sonno leggero, disturbato e discontinuo.
In Ayurveda, come in tutte le medicine antiche, esiste una forte componente mistica nella funzione e gestione del sonno, che giunge dalla saggezza degli antichi sapienti, la quale possiede dei precetti indissolubili necessari a evitare le “provocazioni esterne”: ad esempio la necessità di dormire da mezzanotte alle 2:30 del mattino ci protegge dagli influssi negativi che regnano in quel lasso di tempo.
Sonno e alimentazione: la macrobiotica di Ohsawa
Caposaldo di un sonno consapevole, comune a tutte le antiche medicine sopra elencate, ma che gioca un ruolo fondamentale in quella parte della medicina tradizionale giapponese che in Europa è nota come macrobiotica di Ohsawa, è la condotta alimentare.
L’energia del cibo è sempre l’elemento fondamentale che guida la salute nelle varie dimensioni. La macrobiotica considera due energie fondamentali, quella Yin dell’espansione e quella Yang legata alla stabilità. Quando si cerca un benessere psico-fisico ed emozionale, è quindi sempre necessario che queste due energie siano in perfetto equilibrio, e ciò avviene attraverso l’energia del cibo. Se pensiamo che nella vita compiamo tre azioni fondamenti, agire, dormire e nutrirsi, comprendiamo l’importanza del cibo.
Secondo Ohsawa possiamo dividere gli alimenti in due categorie:
i cibi Yin ad energia fredda (ad esempio le verdure che crescono verso l’alto come le insalate, o quelle a base acida come le solanacee, frutti a semi sparsi (fragola, kiwi, banana, anguria) latticini, cibi raffinati e zuccheri, bevande a base tropicale (succo di papaia, mango). Essi hanno la caratteristica, se in eccesso, di ossidare e far fermentare i tessuti corporei, accelerandone l’invecchiamento. La loro azione a livello mentale, spinge verso l’espansione, la leggerezza e l’incostanza;
viceversa i cibi a energia calda sono Yang, hanno la caratteristica della pesantezza, della concentrazione e della forza, essi sono, ad esempio, le rape, le radici, i caroli, le carni di terra e acqua, frutta a seme grosso (avocado, albicocca) cibi integrali, legumi. Essi hanno la caratteristica di alcalinizzare i tessuti corporei, e favorire, se in equilibrio, a calma e la concentrazione.
Per la macrobiotica il buon sonno è indicatore di buona salute, e lo si raggiunge, nella società occidentale e moderna, che per sua natura ha caratteristiche Yin, attraverso un’alimentazione tendenzialmente a base Yang, ma pur sempre equilibrata.
I segreti per un buon sonno riposante risiedono:
in una lenta masticazione,
in cene a base di cibi cotti, caldi, contenenti condimenti già digeriti come il tamari,
in una misura di due pugni circa, in cui siano sempre presenti cereali integrali.
Le medicine antiche hanno dedicato molta attenzione al buon sonno, forse perché il riposo è l’anticamera della pace
CONSIGLI PRATICI
I consigli per un sonno ristoratore
Buona cosa è svegliarsi la mattina presto per prepararsi, ed affrontare la giornata solo dopo avere svolto le pratiche del dinacharya (abluzione e purificazione),
Seguire una dieta adeguata alla propria condiziona.
La sera consumare una cena calda e leggera che non impegni il ciclo digestivo.
Evitare, la sera attività che stimolano il vento di Vata Dosha come lavorare al computer, fare sport, discussioni animate.
Praticare la sera attività rilassanti come leggere, vedere un bel film e praticare la meditazione, che stimolano l’elemento terra e quindi l’ingresso in maniera adeguata nel tempo di Kapha, cioè nell’orario in cui il sonno si presenta pronto ad accoglierci, dalle 10 alle 11 di sera.
Sia in Ayurveda che in Sowa Rigpa, esistono medicamenti come l’Ashwagandha e il Brahmi, o pratiche come il massaggio e l’agopuntura, che aiutano gli stati patologici, ma in ogni caso è necessario avere un giusto stile di vita.
Articolo a cura di Sem Galbiati, terapista ayurvedico
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