L'arte di essere la propria essenza

SULLA MEDITAZIONE… OSHO da: “La meditazione prima e ultima libertà”

“Una delle cose fondamentali, che non solo tu, ma tutti
devono ricordare è questa: qualsiasi cosa tu incontri nel tuo viaggio
interiore, tu non sei quella cosa.
Tu sei colui che ne è testimone: può essere il nulla, può essere la beatitudine, può essere il silenzio.

Ma una cosa va ricordata: per quanto bello e ammaliante possa essere ciò che incontri, tu non sei quell’esperienza.

Tu sei colui che sperimenta, e se prosegui senza
fermarti mai, il culmine del tuo viaggio sarà il punto in cui non ci
sarà esperienza alcuna: né il silenzio, né la beatitudine, né il nulla.
Non esiste nulla in quanto oggetto di fronte a te, solo la tua soggettività.
Lo specchio è vuoto.
Non riflette più nulla.

Sei tu.

Perfino i più grandi viaggiatori del mondo interiore
sono rimasti intrappolati in esperienze meravigliose, e si sono
identificati con esse pensando: “Ho trovato me stesso”.
Si sono fermati prima di arrivare allo stadio finale, là dove ogni esperienza scompare.
L’illuminazione non è un’esperienza.

È uno stato dell’essere in cui tu sei lasciato assolutamente solo, senza nulla da conoscere.

Nessun oggetto, per quanto bello, è presente.
Solo in quel momento la tua consapevolezza, non più impedita da alcun oggetto, opera una svolta e torna alla fonte.
Diventa un’auto-realizzazione.

Diventa illuminazione”.

Per saperne di più:

Sito ufficiale Osho

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Elena Carafa

Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.