L'arte di essere la propria essenza

Affidarsi all’altro perché fare da solo non è la stessa cosa che fare con l’altro, tramite l’altro, insieme all’altro. Ma sappiamo veramente cosa vuol dire? Ne abbiamo fatto davvero esperienza?

Esplorare l’idea che si possano aprire nuove opportunità di conoscenza e di autoconoscenza,

implica l’ascolto di sé stessi e dell’altro contemporaneamente senza stabilire piani di importanza, cosa non scontata, non siamo abituati!

Mettere in condivisione una forza e percepirla nell’altro offre alla persona la possibilità di sapere che non siamo finiti ed onnipotenti ma passibili di completamento ed espansione, e soprattutto in funzione di una co-operazione, co-azione che va costruita in compartecipa-azione (agire insieme) per raggiungere uno scopo comune.

Lo yoga in coppia fa questo in modo molto tangibile, pragmatico, non c’è possibilità di giurare il falso, altrimenti si cade,  o c’è disagio o semplicemente si realizza una “brutta” posizione.

Questi sono i punti di partenza del lavoro in due, ma anche di approdo, perchè poi é nel mezzo che le esperienze si manifestano e si possono accogliere.

Nello yoga, come nella vita, le posizioni (asana) ci colgono in un determinato momento, sempre nuovo della nostra esistenza, e già questo è un processo esplorativo che ci determina come singoli individui che incontrano la moltitudine nella propria solitudine.  Le posizioni a due ci colgono nell’apparente disordine per riconoscere quell’unità che ricerchiamo, per fare esperienza di questa moltitudine che é più manifesta e indiscutibilmente vera, perchè é un atto riflesso che incontriamo e che sempre comunque ci appartiene, non mediato dal nostro ego che tutto vuol comandare, dirigere, controllare.

Quali i risultati? Sorprendenti! Perché uno più uno non fa due, ma dieci (o più), in barba alle nostre leggi matematiche che noi stessi ricerchiamo e costruiamo nel cosmo a nostra immagine e somiglianza.

Ed in questa danza-scambio di reciprocità, di riflessi e di riconoscimenti, se veramente ci lasciamo andare all’incontro, ascoltando, col piacere e la scoperta di poterci ritrarre  piano piano, ma con estrema presenza per l’altro, ci troviamo, troviamo l’altro in noi stessi e siamo poi più vicini, a noi e con gli altri.

Le posizioni in coppia sono un elemento ormai necessario all’interno della sessione yoga YOGA LAB per adolescenti partita a maggio di quest’anno. Le ragazze hanno manifestato sin da subito questa preferenza che ho accolto ed ho trasformato in un appuntamento costante. E’ un momento di scambio sì, ma anche di apertura al gruppo e divertimento che modula la lezione anche di risate!

 
 

Visita la pagina delle attività che riguarda lo yoga per adolescenti

Contattami per imparare alcune semplici pratiche che possono aiutarti a vivere meglio in equilibrio o per un trattamento ayurvedico, sceglieremo insieme il percorso più adatto per il tuo star bene.

 

Condividi:

3 risposte

  1. Grazie Elena per il tuo prezioso offrire agli altri e in particolare ai giovani opportunità di vivere con serenità l’incontro con sé stessi e con gli altri. Lo yoga , come tu insegni, è la strada per l’unione e per un contatto più profondo e pulito con il tutto e tu sei una guida di luce. Rivolgerti agli adolescenti è un grande dono ,soprattutto in questo momento, che fai a noi tutti. Grazie

    1. Ciao amica Carella, tutto questo è una grande gioia per me, un vero privilegio! Grazie per le tue parole che mi dicono che la direzione è giusta…lo vedo anche negli occhi delle ragazze che si illuminano durante i nostri lavori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Esserenza Blog

Articoli correlati

Elena Carafa

Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.