L'arte di essere la propria essenza

Pratyahara, il ritiro dei sensi

Paure, ansie, condizionamenti esterni, come difendersi ce lo dice lo yoga. Non dimentichiamoci l’effetto più profondo dell’utilizzo dei nostri sensi

… connessi alla nostra “mente sensoriale”.  Il nutrimento che se ne ricava (Ahar) agisce in una parte della mente indipendentemente dalla nostra predisposizione e volontà; sono meccanismi inconsci funzionali della ns mente profonda. Circondiamoci di oggetti di senso e persone nutrienti e sane, questo è FONDAMENTALE per nutrirsi di “sostenze” utili alla nostra crescita CORPO-MENTE e respingere le impressioni negative. Ciò vale anche per il cibo (in sanscrito Ahar é anche nutrimento, cibo) che accresce il nostro corpo fisico. 

Questa pratica nello yoga si chiama PRATYAHARA (Praty, ovvero contro, lontano e Ahar), il suo significato è quindi controllo delle influenze esterne o ritiro dei sensi. 

Ritirando la consapevolezza dalle impressioni negative, il PRATYAHARA rafforza il sistema immunitario della mente. Una mente sana respinge le influenze sensoriali negative intorno ad essa ed é in grado di discernere in maniera sana ed equilibrata, entrando in modo armonico in relazione con le emozioni. Praticare pratyahara non vuol dire nascondersi o rifiutare paura, rabbia e tutte le altre emozioni (anche quelle che definiamo positive) che “dicono” alla nostra mente cosa deve fare, ma educarla per non farci dominare con le loro richieste senza fine! 

Come? 

Riconoscere, calibrare o evitare del tutto le impressioni negative. 

Dosare opportunamente l’uso di apparecchiature che moltiplicano la nostra connessione con gli stimoli esterni. 

La TV in particolare non ci fa scegliere/discernere le tematiche di cui ci vogliamo occupare (passività e annullamento del senso critico) e annulla il confronto e la relazione fra le persone, causa annichilimento. (DA EVITARE completamente, MEGLIO BUTTARLA VIA) 

Smartphone, computers e social …. amplificano in maniera incontrollata la quantità d’informazioni a cui abbiamo la potenzialità di accedere creando un SURPLUSS di lavoro. Effettuare ricerche, connetterci con una moltitudine di persone, fare cose, azioni (e tutto questo VIRTUALMENTE), può essere utile, ma ciò causa una fortissima dipendenza, data dalla quantità di tempo che dedichiamo a questi mezzi e all’empatia a cui ci stiamo abituando ad utilizzarli. 

COSA FARE

Passare più tempo lontano da qualsiasi stimolo sensoriale. 

Ricavarsi quotidianamente spazi di silenzio mentale e non azione. Organizzarsi modi e spazi per sostare in ambienti idonei alla contemplazione e alla semplicità dei gesti, dalla semplice passeggiata, allo stare da soli in casa in silenzio,… 

Coltivare interesse per attività da svolgere in maniera contemplativa e meditativa come disegnare, pitturare, suonare uno strumento o altro, non indugiando negli aspetti tecnici, ma creando azioni e relazioni distensivo con questi “oggetti” . 

Non per ultimo, familiarizzare con le tecniche di visualizzazione, rilassamento e di meditazione. Fondamentali pratiche dagli ormai indubbi benefici psico-fisici che col tempo accrescono la nostra salute e la qualità della vita.

Contattami per imparare alcune semplici pratiche che possono aiutarti a vivere meglio in equilibrio o per un trattamento ayurvedico, sceglieremo insieme il percorso più adatto per il tuo star bene.

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Elena Carafa

Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.