L'arte di essere la propria essenza

Comprendere a fondo il sistema di cura della medicina Ayurvedica, significa risalire non solo all’origine dell’uomo ma all’impulso primordiale che…

ha creato l’universo. Quando curiamo un individuo, limitarsi a riflettere solo su una dimensione umana, spesso quella che più superficialmente percepiamo con i nostri sensi oppure quella che gli strumenti di analisi ci permettono di conoscere, inevitabilmente ci costringe a scartare una importante quantità di ipotesi necessarie, per impostare la linea di cura.


Per evitare di commettere gravi errori di valutazione allora è indispensabile conoscere l’anatomia cosmica Ayurvedica cioè l’origine dell’essere umano . La sua comprensione ci permette di indagare lo stato di salute di una persona su tre livelli differenti ma contigui, quello fisico, quello mentale e quello animistico. Slegare queste tre dimensioni, significa ignorare il senso della vita, le ragioni della malattia, ed il concetto di morte.
La genesi dell’universo parte da una vibrazione primordiale, necessaria a stimolare l’anima cosmica, questa musica di fondo che pervade l’universo è l’OM. Ripetere l’OM (pronunciato AOM) nella recita dei mantra oppure AMEN nella chiusura delle preghiere significa riportare la nostra anima nelle sue origini di purezza.
Il PURUSHA è l’anima o la coscienza pura, è il silenzio e il vuoto che pervadeva l’universo, quando lo stesso universo ancora non esisteva, se non nel cuore di Dio. Purusha è la coscienza suprema di Dio, è l’intelligenza e la compassione meravigliosa del Creatore.
La manifestazione evidente e tangibile della coscienza suprema è la Prakriti, cioè la materializzazione dell’universo, in essa si genera lo spazio ed il tempo, da essa si origina ogni cosa, non a caso in Ayurveda la Prakriti è la definizione di costituzione umana. La Prakriti è la prima di ventiquattro processi o regole o principi universali denominati TATTVA che conducono alla generazione dell’essere vivente.
Risulta evidente come la teoria del Big bang, cioè del vuoto che si trasforma in materia a seguito di un impulso esplosivo, ricalchi in maniera limitata ció che le sacre scritture Vediche narrano da millenni circa le origini dell’universo.
La materia cosmica primordiale che si è generata nella prakriti, ha bisogno di un’intelligenza cosmica che permetta agli elementi primordiali come lo spazio, il tempo, la luce il suono di formarsi ed impiantare le fondamenta energetiche del creato, questa guida intelligente è il secondo Tattva e si chiama MAHAT.
La mente cosmica segue una regola molto importante nel guidare la creazione del cosmo, quella del DHARMA, cioè della verità profonda, che genera gioia, serenita e beatitudine, il bene, la giustizia e la compassione. L’intelligenza cosmica segue quindi leggi precise nel processo di creazione affinche l’universo, il mondo e l’uomo nascano in perfetta similitudine alla coscienza pura cioè a Dio.

È importante ricordare che l’Ayurveda ha origine perchè l’uomo persa la via del dharma, inizia a vivere una vita corrotta a cui segue la comparsa della malattia
Si narra nei Veda che il Rishi Baradvaja, delegato da una riunione di saggi avvenuta ai piedi dell’ himalaya, si reca da Dio per informarlo che sulla terra gli uomini hanno maturato la malattia e sofferenza e sono impauriti, il Brahma dice a Baradvaja che tutto questo accade perchè gli uomini si sono allontanati dalla via della saggezza e della verita, ma grazie alla sua immensa bontà dona al Rishi l’Ayurveda per curare l’uomo da tutte le malattie.

Mahat crea anche le basi per differenziare il creato in pianeti, regno animale, vegetale ed essere umano attraverso la combinazione di tre qualità fondamentali, i Tri Guna, Satva l’equilibrio o la saggezza, Rajas o meglio l’azione e Tamas cioè l’inerzia.
L’universo giunto a questo punto ha bisogno di un impulso primordiale che renda dinamica la differenzazione del creato, che permetta ai tri guna di modellare la mente, i cinque elementi, l’uomo e la natura, una vibrazione egoica necessaria a donare l’individualità delle cose, ma che poi esaurisca in questo lavoro il suo ruolo, in una parola l’ego contenuto in AHANKARA, custode della memoria cosmica (del principio di tutto), cognitiva (delle vite passate) ed esperenziale, questo il terzo tattva.

MANAS la mante, il quarto tattva nel processo evolutivo. In essa si racchiude Buddhi cioè la trasposizione in forma individuale di Mahat. L’intelletto personale ha il compito di ascoltare l’anima (pura coscienza) e guidare le nostre azioni o Karma, verso la via del bene e della verità ancestrale. Buddhi (intelletto) ha anche il compito di domare l’ego presente in Manas. L’ego è rimasto in noi come impulso primordiale di discernimento, il suo eco peró persiste nella nostra mente, distogliendoci spesso dalla via della saggezza inducendoci in errore. Manas collega il mondo esterno con quello interiore, attraverso la mente percepiamo emozioni e sentimenti, raccogliamo informazioni, discriminiamo, guidiamo i sensi e gli apparati motori, sentiamo piacere e dolore, la mente ci collega a Maya, ma nel contempo fornisce gli strumenti per non cascare in errori ed illusioni, attraverso l’azione attraverso dell’intelletto.
La combinazione di satva e rajas guna creano Manas, e la sua interazione col mondo esterno genera la soggettività di ogni individuo e la percezione dell’esperienza.

Il contatto col mondo esperenziale, avviene con la creazione dei cinque organi di senso o JNANA Indriya che occupano il quinto livello nella scala evolutiva e costituiscono ulteriori cinque tattva. Nati dalla combinazione di satva e rajas guna essi sono costituiti da orecchie (karna), pelle (loma), occhio (netra), lingua (jiva), naso (nasya). Essi sono la finestra dell’anima sul mondo..
Oltre che percepire il creato, l’interazione con la vita esiste se c’è movimento, lo spazio ed il tempo ci portamo a spostarci nell’ambiente a noi circostante, ed i cinque organi motori chiamati KARMA indrya, nati dall’interazione di satva e rajas guna, permettono l’espletamento di tale funzione. Parlare con la bocca, camminare con i piedi , lavorare con le mani , procreare con gli organi riproduttori ed eliminare con quelli escretori sono i cinque tattva che costituiscono il sesto livello evolutivo.
Come un Mandala in costruzione l’immagine dell’uomo nell’universo stà prendendo forma, e più comprendiamo la figura d’insieme e meglio capiamo l’uomo e il suo funzionamento.
L’organo di senso ha una funzione biologica legata strettamente a quella percettiva chiamata Tammatra il settimo livello evolutivo. Questi cinque tattva prendono origine dall’interazione di rajas e tamas guna che generano olfatto, tatto, vista, udito e gusto. I tammatra coordinano l’attività degli organi di senso e di azione.
L’ottavo livello evolutivo dell’universo chiude un percorso che partito dalla coscienza pura arriva alla materia. Comprendere che esiste un legame indissolubile fra spirito, mente e corpo ci permette di avere una visione olistica dell’uomo e quindi della malattia che si genera, comprendendone le radici.
I Pancha MAHABHUTA sono i cinque elementi che compongono ogni elemento nell’universo. Generati dall’interazione di rajas e tamas guna i cinque elementi hanno caratteristiche peculiari ma che si combinano alle perfezione sia nella costituzione dei tessuti umani ( dathu) che nella produzione dei Dosha.
Spazio, aria, fuoco, acqua e terra sono i cinque elementi presenti a partire dalla cellula umana fino a giungere all’intero universo, perchè l’uomo è fatto della stessa materia del creato.
I cinque elementi racchiudono una complessità biologica e funzionale, la cui comprensione richiede decenni di studio e approfondimento.
Ogni organo di senso è legato ad una funzione percettiva che si espleta attraverso un’organo motorio i quali sono governati da un elemento.
A titolo esemplificativo, l’occhio è legato alla vista che guida il movimento delle mani, l’elemento fuoco rappresenta il metabolismo dell’occhio e ls precisione dell’intelletto nel controllare la mano.
il processo evolutivo ci racconta di una matrice comune fra l’uomo e l’universo, il cui seme è l’anima, la luce è la ragion pura e il fiore è il corpo materico. Il fiore in e non appassisce se prende il sole e se il seme e le radici sono bagnate.
La cura parte dal corpo, attraversa la mente per giungere purificata all’anima, da qui in un percorso a ritroso la guarigione riguarda prima la mente e poi il corpo.

Carl Gustav Jung sosteneva che il sogno è la via segreta che porta all’animo umano, più l’individuo si allontana dal se ancestrale nato con la creazione cosmica, più l’anima soffre, si esprime nel sogno, si manifesta nella mente e si evidenzia nel corpo.

Articolo pubblicato su “l’Altra medicina” nel 2019, scritto da Sem Galbiati, terapista ayurvedico

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Elena Carafa

Elena Carafa

Fondatrice di Esserenza

Artista e designer
Terapista ayurvedica e Yoga
Operatrice in discipline Bio Naturali DBN
Reg. Uff. Reg. Lombardia n.29-2020/TA29

Ho imparato nell’esperienza delle cose che l’arte, come la intendo io, è quel momento che si presenta ogni volta che vogliamo afferrare la nostra essenza. L’arte per l’arte non mi è mai interessata, a me interessa la magia che s’infonde nella relazione essere umano, spazio, tempo, materia. Lo scopo finale è il processo, ossia conoscersi sperimentando, approfondendo e provando: è farne esperienza diretta, appunto, solo così si trasformano continuamente le nostre esistenze, sempre in nuove forme, come nel gioco spontaneo che un bambino può fare con un legnetto su una spiaggia.

Ho osservato e studiato molto i giochi dei bambini e come gli adulti vivono i propri ambiti di conoscenza e sviluppo di sé stessi; da queste osservazioni dirette ho delineato una modalità che applico in tutte le attività che faccio e faccio fare: cerco sempre di creare quello spazio magico dove possano avvenire processi trasformativi di significato. L’arte, le pratiche dello Yoga e dell’Ayurveda, così come altre discipline o tecniche diventano “ambiti”  dove possono realizzarsi tali processi.